Venerabili e Servi di Dio dell'Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie
Mons. Dimiccoli - Don Caputo - Piccarreta - Suor Damato - Don Uva - Padre Leone
Il 25 novembre 2021 il Santo Padre Francesco ha ratificato i voti positivi dei teologi, cardinali e vescovi circa le virtù teologali, cardinali e annesse, esercitate in grado eroico dal Servo di Dio don Tonino Bello, vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi e Presidente di Pax Christi, dichiarandolo Venerabile. Nella fase iniziale della Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Santo Vescovo di Molfetta il nostro Postulatore Diocesano, mons. Sabino Amedeo Lattanzio, ha avuto il determinante e delicato ruolo di Giudice Delegato. Per tale motivazione, il riconoscimento della Venerabilità di mons. Tonino Bello fa anche onore alla nostra Arcidiocesi. Riportiamo di seguito la riflessione di don Sabino, intervistato dal giornalista Giuseppe Dimiccoli.
Don Sabino, finalmente una notizia da tutti tanto attesa!
Sì, aspettavamo da tempo questa notizia. Sicuramente la venuta di Papa Francesco del 20 aprile 2018, pellegrino sui luoghi santificati dalla presenza di don Tonino Bello ad Alessano e a Molfetta nella ricorrenza del 25° della sua morte, ha sollecitato questo evento. Con gioia sabato scorso, 15 gennaio, a Molfetta e il giorno seguente ad Alessano ho preso parte alle Solenni Concelebrazioni Eucaristiche presiedute dal Card. Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, durante le quali è stata data lettura del Decreto di Venerabilità di don Tonino. Egli è conosciuto ovunque, e dappertutto si parla di lui. Tante volte mi sono soffermato a fare questa riflessione. Almeno in ambito ecclesiale, per la loro cultura, spiritualità, ruoli di vario genere assunti, hanno avuto grande notorietà personalità solitamente del Nord Italia, quali - solo per fare alcuni nomi - padre Davide Maria Turoldo, i cardinali Carlo Maria Martini, Giacomo Biffi, ecc... Don Tonino, invece, è uno dei pochi meridionali con una così larga risonanza a livello nazionale. Già quand’era in vita la sua persona, i suoi gesti e, soprattutto, i suoi scritti hanno avuto una diffusione straordinaria. Si può dire che si è fatto strada da solo!
Don Tonino è stato definito “segno di contraddizione” in quanto, specie per alcune sue scelte e prese di posizioni, da alcuni è stato esaltato, da altri denigrato.
Alcune sue scelte di vita e interventi sono stati interpretati come forme di protagonismo. Don Tonino, però, stando ai testimoni ascoltati in fase processuale, non ha fatto cose (e ne ha fatte tante!) per autoreferenzialità, per apparire, ma perché ci credeva. E una delle conferme più eloquenti è stato il modo di come ha vissuto la sua malattia, trasformando l’altare scomodo del letto di dolore in cattedra suprema del suo magistero di cristiano, di sacerdote, di vescovo.
Che emozioni hai provato nell’essere stato chiamato ad assumere un ruolo importante nel suo Processo di Beatificazione?
Intanto dico che l’aver portato avanti il Processo Diocesano di mons. Tonino Bello, più che un onere, è stato un onore. L’aver ascoltato i tanti testimoni che hanno messo in luce particolari e virtù ancora nascoste del vescovo Bello mi ha tanto arricchito. Certo, quando in quell’11 ottobre 2010 (quel giorno compivo 50 anni!) fui raggiunto da una telefonata del vescovo di Molfetta, Mons. Luigi Martella che mi chiedeva la disponibilità di portare avanti la Causa di Canonizzazione e Beatificazione di don Tonino nel ruolo di Giudice Delegato, inizialmente restai spiazzato; mi sentivo piccolo dinanzi a un gigante, autentico testimone del Vangelo, profeta di pace e povero tra i poveri, “Teologo dei semplici” che ha compiuto scelte forti e coraggiose perché innamorato spassionatamente di Gesù, della Chiesa, dell’umanità, la più sofferente ed emarginata.
Quest’anno puoi ritenerlo un anno fortunato, avendo raccolto il frutto del tuo impegnativo lavoro di Postulatore che svolgi con passione da anni, con i soddisfacenti risultati di alcuni Servi di Dio riconosciuti Venerabili da Papa Francesco.
Questo 2021 è stato per me veramente un anno di grazia per i riconoscimenti della Venerabilità del Servo di Dio barlettano don Ruggero M. Caputo (21 gennaio), della Serva di Dio Madre Elisa Martinez, Fondatrice delle Suore Figlie Santa Maria di Leuca (13 ottobre) e ultimamente di don Tonino Bello (25 novembre). Tornando a don Tonino (ma questo vale anche per gli altri Servi di Dio menzionati), sono felice di questo riconoscimento ufficiale da parte della Chiesa. Occorre ora un miracolo per la sua beatificazione, anche se, secondo me, il vero miracolo è stata la sua vita bella, coerente e santa. Il Signore ispiri anche noi a tendere verso la méta alta della santità perché possiamo seguirlo in questo cammino, sentendolo amico e compagno di viaggio.
Molfetta, 30 novembre 2013.
Un momento della chiusura della Fase Diocesana della Causa di Beatificazione e Canonizzazione di mons. Bello