n. 4 Ottobre-Dicembre 2008 - Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie
     
 
Periodico trimestrale d'informazione sulle Cause di Canonizzazione del Servo di Dio sac. Raffaele Dimiccoli e del Servo di Dio sac. Ruggero Caputo
 

Il 25 luglio è stata inaugurata
la statua in bronzo del servo di Dio

DON RUGGERO CAPUTO

Non si era ancora spento tra i fedeli l’entusiasmo suscitato il 2 luglio con la benedizione in San Giacomo dell’armadio-reliquiario
contenente i ricordi del servo di Dio don Ruggero Maria Caputo, quando il 25 luglio - 71° anniversario della sua ordinazione sacerdotale - a un anno dalla chiusura dell’Inchiesta Diocesana sulla vita, le virtù e la fama di santità del sunnominato Servo di Dio, è stato inaugurato nella medesima parrocchia il monumento in bronzo di pregevole fattura che riprende con fedeltà i tratti di don Caputo, nell’atto di dispensare ai fedeli il corpo e il sangue di Cristo. “L’ho voluto ritrarre in questo atteggiamento - dichiara l’artista canosino, Antonio Lomuscio - per eternare nel bronzo quella che è stata la sua specificità”. Don Ruggero, infatti, è vissuto “per Cristo, con Cristo e in Cristo” che si fa presente agli uomini di ogni tempo nella Santissima Eucaristia, “Sacramento per eccellenza” e “nostro tesoro più bello”, così come ultimamente ha ribadito Benedetto XVI nell’omelia, in collegamento audio-video via satellite con Québec (Canada), durante la Messa conclusiva del 49° Congresso Eucaristico Internazionale.
Nel Natale 1979, pochi mesi prima di morire, scriveva alle figlie spirituali inviate tra le Clarisse di Albano Laziale: “Gesù è tutto per me, e io devo essere tutto di Gesù …fuori di Lui nulla, nulla, povero e spoglio come Lui sulla paglia… Ho Gesù e basta.
È una certezza? Si. Da dove?
Da questa povertà e abbandono nella bontà misericordiosa del nostro Dio. Neanche un istante senza Gesù. Un istante sarebbe come un infarto, la morte”. Don Caputo, nutrendosi di Eucaristia divina, si trasformò in un’eucaristia umana, ossia in un pane che si consuma nutrendo. E di questa Presenza divina, lungo il suo ministero sacerdotale contagiò fortemente anche i fedeli, facendone sentire loro il bisogno. Spesso, infatti, ripeteva: “Voglio amare Gesù come lo amava Maria e voglio portarLo agli altri con lo stesso slancio con cui Lei lo portò alla cugina Elisabetta”.
Questa opera artistica attualmente è stata collocacollocata presso l’antico altare del Santissimo in San Giacomo, in quel medesimo luogo in cui per anni il servo di Dio don Ruggero Caputo ha celebrato il Divino Sacrificio, ha dispensato a piene mani questo “Pane disceso dal cielo” ed ha sostato lungamente in adorazione, e dove attualmente riposano i suoi resti mortali in attesa della risurrezione finale.

don Sabino Lattanzio (Postulatore diocesano)

don ruggero caputo
Sito a cura della Commissione Cultura e Comunicazioni Sociali dell'Arcidiocesi.
© 2003 - Editrice Rotas - Tutti i diritti sono riservati.