Apertura dell’inchiesta diocesana
per
la causa di beatificazione del
Servo di Dio
Don Ruggero Caputo
espressione della bellezza di essere cristiani
Nel discorso ai partecipanti al Convegno ecclesiale
della Diocesi di Roma, il 7 giugno scorso il Santo Padre Benedetto
XVI ha affermato: “Scoprire la bellezza e la gioia della
fede è un cammino che ogni nuova generazione deve percorrere
in proprio, perché nella fede viene messo in gioco quanto
abbiamo di più nostro e di più intimo, il nostro
cuore, la nostra intelligenza, la nostra libertà, in
un rapporto profondamente personale con il Signore che opera
dentro di noi… La fonte della gioia cristiana è questa
certezza di essere amati da Dio, amati personalmente dal nostro
Creatore… con un amore appassionato e fedele, un amore
più grande delle nostre infedeltà e peccati,
un amore che perdona”.
Questa scoperta della bellezza e della gioia del credere, del
rapporto personale con il Signore e della gioia di essere chiamati
e amati da Lui, esplicitati dal Santo Padre, fu al centro della
spiritualità del Servo di Dio don Ruggero Caputo di
Barletta, deceduto il 15 giugno 1980, all’età di
settantatre anni, con alle spalle quarantatre di sacerdozio,
fecondi di circa duecento vocazioni femminili alla vita religiosa
e di dieci vocazioni sacerdotali. La sua fu una vita vissuta
come dono ricevuto da Dio e contraccambiato con altrettanta
generosità.
Il 1° maggio scorso mons. Giovan Battista Pichierri, arcivescovo
di Trani - Barletta - Bisceglie, presente S.E. mons. Francesco
Monterisi, ha aperto le celebrazioni centenarie di don Ruggero
Caputo (nato il 1° maggio 1907) con l’introduzione
della Causa di Beatificazione e Canonizzazione, esattamente
a dieci anni dall’apertura della Causa di Canonizzazione
del Servo di Dio don Raffaele Dimiccoli, direttore spirituale
dello stesso don Caputo. Nella serata dello stesso giorno,
in occasione del tradizionale arrivo dal Santuario campestre
alla Cattedrale dell’Icona della Madonna dello Sterpeto,
patrona di Barletta, l’arcivescovo alle porte della città alla
presenza di oltre 30.000 fedeli, durante la Celebrazione Eucaristica
che da l’avvio al mese dedicato a Maria Santissima, nel
dare l’annuncio dell’evento legato al Servo di
Dio, ha sottolineato alcuni aspetti della devozione di don
Caputo a Maria. Questo momento di forte spiritualità per
l’intera comunità diocesana è stato preparato
da un triduo di preghiera animato da suor M. Clotilde Filannino,
madre generale dalla suore terziarie francescane della Beata
Angelina, anch’essa barlettana e figlia spirituale di
don Caputo. Attingendo ai suoi ricordi personali e dopo un
approfondito studio sugli scritti di don Ruggero, durante quei
giorni di grazia Madre Clotilde ha messo in risalto la bellezza
e la gioia di don Ruggero Caputo, derivante dall’essere
cristiano e sacerdote; gioia contagiosa capace di generare
tante giovani vocazioni alla vita religiosa contemplativa,
attiva e sacerdotale. Un altro aspetto evidenziato è stato
l’amore appassionato a Gesù Eucaristia, fulcro
della sua spiritualità, e la sua straordinaria umanità,
manifestazione della paternità e maternità di
Dio, che attirava a sé centinaia di giovani che si ponevano
sotto la sua guida spirituale, al di là della scelta
vocazionale.
Non poteva essere scelto un giorno migliore, un mese più adatto
e una circostanza più opportuna per aprire la Causa
di Canonizzazione di un uomo che, sull’esempio di Maria,
si è fatto offerta viva e sacrificio gradito a Dio.
Per don Ruggero la Vergine Maria fu sempre il modello del discepolo
che porta Gesù ai fratelli. Egli era solito dire: Voglio
amare Gesù come lo amava Maria e voglio portarlo agli
altri con lo stesso slancio con cui Lei lo portò alla
cugina Elisabetta”. Questa voglia di amare Gesù e
di portarlo e annunciarlo agli altri è stata recentemente
caldeggiata dal Santo Padre Benedetto XVI nel già citato
discorso ai partecipanti al Convegno Ecclesiale della diocesi
di Roma, quando ha esortato tutti ad “Essere assidui
nella preghiera, spiritualmente uniti a Maria nostra Madre,
adorare Cristo vivo nell’Eucaristia, innamorarvi sempre
di Lui, che è il nostro fratello e vero amico, lo sposo
della Chiesa, il Dio fedele e misericordioso che ci ha amati
per primo… Nella misura in cui ci nutriamo di Cristo
e siamo innamorati di Lui, avvertiamo anche dentro di noi lo
stimolo a portare gli altri verso di Lui: la gioia della fede
infatti non possiamo tenerla per noi, dobbiamo trasmetterla”.
L’esigenza di pregare e di adorare Cristo presente vivo
e vero nell’Eucaristia e di innamorarci di Lui viene
sottolineata dallo stesso don Caputo, in una lettera indirizzata
ad una figlia spirituale entrata a far parte delle Suore Medee
di Genova: “Tu sai che tutti i miei figli consacrati
sono partiti dall’Adorazione e dall’Amore a Gesù Sacramentato.
Ci siamo innamorati di Lui e Lo abbiamo seguito attingendo
forza e amore dall’Adorazione… Secondo la possibilità… rifugiati
sempre ai piedi del SS. Sacramento e vai lì con tutto
il corredo della tua povertà spirituale e secondo tutti
i bisogni dell’anima tua. Prega, prega, solo pregando
potrai vivere la tua bella vocazione. E la tua preghiera sia
universale; prega come ha pregato Gesù per tutto il
mondo, per tutta l’umanità ut adveniat Regnum
Domini Nostri Jesu Christi in universo mundo”.
In un mondo demotivato, lacerato da discordie, da guerre e
da episodi di violenze, testimoniare Cristo Gesù, amante
della vita, attraverso l’esempio di coloro che hanno
saputo vivere la gioia dell’intimità divina, è per
tutti noi, e soprattutto per le nuove generazioni, motivo di
edificazione e di incoraggiamento nella certezza che il Signore
ci ama per quelli che siamo, al di là del nostro limite
umano. Di questo il Servo di Dio don Ruggero Caputo ne era
profondamente convinto: “Gesù è la via
ed è il termine. E questa via è confidenza, amore.
Se sei povero, Gesù è la tua ricchezza e Gesù ama
la tua povertà per comunicarti la sua ricchezza di misericordia,
di amore. Gesù non è timore, non è paura,
non è sfiducia. Gesù è pace, è amore, è amico.
Sta sempre con le braccia aperte per stringerti al Suo Cuore”.
Padre Vito Lombardi |