n. 1 Gennaio-Marzo 2006 - Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie
     
 
Periodico trimestrale d'informazione sulle Cause di Canonizzazione del Servo di Dio sac. Raffaele Dimiccoli e del Servo di Dio sac. Ruggero Caputo
 

DON RAFFAELE DIMICCOLI
e DON RUGGERO CAPUTO

nostri modelli e intercessori

Da oggi il nostro periodico si interesserà di questi due sacerdoti (padre e figlio nella grazia) avviati agli onori degli altari

1935. Don Dimiccoli nell’atrio del Nuovo Oratorio circondato da bambini e seminaristi.
Alla sua destra il Servo di Dio Ruggero Caputo.


Ho tra le mani una vecchia foto un po’ ingiallita, è quella del mio battesimo. Oltre me si vede mia madre, ancora affaticata dopo una gravidanza difficile, e un sacerdote nel pieno della sua maturità che mi sorride con una dolcezza che denota tanta gioia per quella vita appena nata e che tramite lui era entrata a far parte a pieno diritto nella Chiesa di Cristo. Quel prete è il Servo di Dio don Ruggero Caputo che, anche se deceduto ormai 25 anni fa, molti di noi hanno conosciuto e amato. Di lui ho sentito parlare da tante persone, credenti e no, ma ciò che mi ha colpito è che tutte pongono in risalto due sue caratteristiche predominanti, la dolcezza e la capacità d’ascolto. Di lui oggi scriviamo perché mons. Giovan Battista Pichierri, nostro arcivescovo, ha dato un annuncio atteso da molti: il 1° maggio 2006 partirà ufficialmente la Causa di beatificazione e canonizzazione del nostro caro e santo sacerdote. Il nostro giornale ha tanti motivi per occuparsi direttamente di lui. Infatti fu figlio spirituale del Servo di Dio don Raffaele Dimiccoli che lo guidò sulla non facile strada della vocazione adulta; non solo, alla morte di quest’ultimo, nel 1956 proseguì la sua opera come Direttore del “Nuovo Oratorio San Filippo Neri”. Inoltre, per chi crede a queste coincidenze che forse coincidenze non sono, esattamente il 1° maggio di dieci anni fa iniziò il Processo di beatificazione del nostro don Raffaele. Proprio per questo il sottotitolo della nostra testata da questo numero sarà dedicato ad ambedue i Servi di Dio.
La Chiesa deve giustamente seguire il suo iter, procedere passo dopo passo con cautela e cognizione di causa, devono arrivare i miracoli riconosciuti dall’autorità ecclesiastica. È tutto giusto, doveroso, ineccepibile, ma per noi sia don Raffaele che don Ruggero beati lo sono già. Per loro parlano ciò che hanno compiuto, gli stili di vita, gli esempi, le incalcolabili fatiche apostoliche, la bontà d’animo, le vie che hanno tracciato a tante vocazioni religiose, sacerdotali e laicali, le bocche che hanno sfamato, le anime che hanno portato sulla strada della Salvezza. Il resto non è di nostra competenza o in nostro potere.
Nostro dovere, invece, è quello di pregare affinché le loro figure possano essere ancora oggi esempio per tutti di santità cristiana e bontà verso i bisognosi.

Stefano Paciolla

 
Sito a cura della Commissione Cultura e Comunicazioni Sociali dell'Arcidiocesi.
© 2003 - Editrice Rotas - Tutti i diritti sono riservati.