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Casa degli Angeli |
75 anni fa don Raffaele
Dimiccoli inaugurava la “Casa degli Angeli” (14
dicembre 1928)
Questa
era la casa di proprietà della ricca famiglia Damato,
che diede in dote tale casa ad una figlia che si fece suora tra
le Clarisse di Fiuggi. Queste aprirono nello stabile un Asilo
mentre cominciarono i lavori di ristrutturazione. Successe che
un bambino giocando con la calce, perse un occhio. Chiamate in
causa le Suore furono aggravate da tali spese che, scoraggiate,
decisero di vendere ogni cosa.
Don Raffaele venuto a conoscenza dei fatti, ne parlò al
Vicario Generale, Mons. Scuro, affinché quel luogo ormai
sacro non ritornasse in mano ai secolari. Infatti si erano fatti
avanti già alcuni compratori i quali avevano in mente di
utilizzare la Cappella che rimaneva a piano terra, come stalla
per i cavalli.-
D’accordo col Superiore don Raffaele acquistò la proprietà e
al posto delle Suore mise cinque sue figlie spirituali, anime devote,
che continuarono l’opera a favore dei bambini e delle adolescenti.
Infatti fu impiantato l’asilo, il laboratorio di ricamo,
di maglieria, corso preparatorio di scuola e doposcuola. Le signorine
dovendo vivere in comune in quel luogo, portarono dalle loro case
chi le galline per mettere nel pollaio, per avere le uova che dovevano
servire per loro stesse, chi il pane, i piatti e tutto l’occorrente
necessario.
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Messo piede, don Raffaele diede
il nome a questa Opera “Casa degli Angeli” perché era
frequentata da tanti bambini innocenti e lui vedeva in loro il
volto degli Angeli. Negli anni, le signorine che portarono avanti
l’Opera furono: Fiore Angela, per la maglieria, Concetta
Distaso per il ricamo, Rizzi Addolorata per la scuola, Di Matteo
Filomena anche per la scuola, Corcella Raffaella per l’asilo,
Sabina Dargenio e Balzano Antonia per la cucina, che prendevano
le verdure dall’orticello che stava nel recinto dello stabile
e che coltivava Francesco, il padre del Direttore, il quale volentieri
veniva a coltivare”.
Sono i ricordi di Angelina Cassatella, circa gli esordi della“Casa degli
Angeli”, racchiusi nella deposizione processuale del 19 ottobre 1996.
Quest’opera educativo-assistenziale sorse nel rione periferico “San
Nicola” negli anni che seguirono la Prima Guerra Mondiale - precisamente
nel 1925 - per interessamento del Vicario Generale dell’Arcidiocesi di
Barletta, don Francesco Paolo Scuro, in seguito all’ingresso di cinque
giovani barlettane tra le Clarisse di Fiuggi (attualmente denominate “Suore
dell’Immacolata di Santa Chiara”). Al canonico Scuro stava molto
a cuore l’educazione dei bambini, per questo si mise in contatto con la
Priora del Monastero Santa Chiara di Fiuggi, suor Maria Luigia Santesarti, affinché aprisse
una Casa a Barletta. La richiesta si rese fattibile grazie allo stabile di via
Firenze, angolo via Palestro, portato in dote dalla barlettana suor Maria Teresa
Damato. Per le ragioni riportate nel documento citato all’inizio, le suore
lasciarono nel 1928 la località pugliese (per poi ritornarvi nel 1956
al “Villaggio del Fanciullo”).
In questo frangente subentra l’apostolo della città di Barletta,
don Raffaele Dimiccoli il quale, facendo gemmare il 14 dicembre dello stesso
anno la‘“Casa degli Angeli”, non permise che tale benemerita
istituzione si estinguesse. La proprietà (casa e giardino) fu acquistata
grazie alla prodigalità senza confini del Servo di Dio e di altri benefattori,
tra cui Giovannina Rizzi, anima consacrata nel mondo, discepola del medesimo
fin da quando questi era viceparroco a San Giacomo. La signorina Rizzi, infatti,
sempre generosa nel sostenere le opere di don Raffaele, vendette un appezzamento
di terra, di sua proprietà, e il ricavato lo consegnò nelle mani
del Suo Direttore Spirituale.
È molto vivace il quadro tratteggiato dalla signorina Cassatella, che
ci ha permesso di assaporare il clima che si respirava in quella Casa, attorno
a quell’autentico “Papà di
famiglia”. A completamento di questa panoramica d’insieme cogliamo
altri particolari riferitici da Rosa Barbaro: “Dei bambini don Raffaele
ne andava pazzo, godeva della loro purezza, per questo era molto severo perché non
si attentasse alla loro angelicità. Parecchie delle giovani più mature
passarono da San Filippo alla Casa degli Angeli come maestre d’asilo, per
il doposcuola e il ricamo. |
La domenica la fascia femminile passò lì per
la catechesi. Il giovedì don Raffaele lo dedicava alla
Casa degli Angeli
per seguire l’andamento dell’Opera e per approfittare per la confessione
e la direzione spirituale di noi. Agli inizi don Raffaele mise a capo dell’Opera
il suo discepolo don Ruggiero Doronzo. Dall’asilo impiantato in quella
casa sono sorte anche delle vocazioni sacerdotali”.
Nel periodo in cui la gestione fu affidata alle sue figlie spirituali, queste
profusero le loro energie giovanili nello slancio derivato dalla loro consacrazione
al Signore, con vero spirito di abnegazione. Intanto don Dimiccoli, per dare
maggiore stabilità a questa sua “Creatura”, nel 1932 pensò di
cedere alla Congregazione delle Suore Francescane Alcantarine l’intera
proprietà “valutata con perizia privata a £. 192.190,00”.
Le religiose presero possesso della Casa il 20 settembre 1932 e l’hanno
gestita egregiamente fino al 1998, anno in cui l’immobile è stato
venduto a privati, venendo meno all’obbligo morale assunto “di adibire
in perpetuo il detto locale allo scopo sopraindicato”.
Attualmente la “Casa degli Angeli” è stata demolita per far
posto all’avanzata devastatrice del cemento che ha cancellato ancora una
volta “un valido punto di riferimento per la propagazione e valorizzazione
soprattutto di quei principi morali e religiosi di cui tanto ha bisogno la società”.
Così avvenne anche del “Villaggio del Fanciullo”, altra istituzione
del Servo di Dio.
Le “Istituzioni” passano, cambiano le finalità e i contesti
storici in cui sono sorte; resta, però, l’intuizione e il forte
messaggio dei grandi testimoni dalla cui generosità esse sono scaturite;
nel nostro caso del Servo di Dio don Raffaele Dimiccoli, il cui cuore sacerdotale
abbracciò le esigenze dell’intera Barletta, facendosi carico delle
necessità di tutti i bisognosi. |

Il Servo di Dio
Don Raffaele Dimiccoli |
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