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 Natività del Signore (miniatura XIV sec. - Cattedrale di Barletta |
Oggi è nato per noi il Salvatore! "Oggi è nato per noi il Salvatore!" E' il grande, straordinario annuncio che Dio ha diffuso duemila anni fa e che continua a risuonare ogni anno nel cuore della Notte Santa di Natale, riempiendo di gioia incontenibile e di gratitudine piena tutti "gli uomini di buona volontà", che costantemente fanno esperienza dell'amore divino, concreto, reale, incarnato nelle pieghe della loro storia quotidiana. Di per sé ogni nascita è foriera di gioia e non cessa mai di stupirci, perché è segno del prolungamento della benedizione e dell'amore infinito di Dio, fonte della vita. Se questo è vero, comprendiamo, allora, la seria preoccupazione suscitata dalla crisi delle nascite, nella cosiddetta società progredita che, conseguentemente, porta al declino demografico e all'invecchiamento della popolazione.
E' stato questo il grido di allarme che il Santo Padre Giovanni Paolo II nella data - divenuta ormai storica - del 14 novembre scorso ha lanciato al popolo italiano, attraverso i suoi rappresentanti riuniti nell'Aula del Palazzo Montecitorio. Da Roma, luogo "in cui l'annuncio evangelico, qui giunto fin dai primi tempi apostolici, ha suscitato una civiltà ricca di valori universali", la voce paterna del Papa si è alzata per raggiungere l'Europa e il mondo intero.
"Fermatevi davanti al Bambino!...". Con questa frase di qualche anno fa il Santo Padre poneva uno stretto legame tra il pericolo cui ogni uomo che viene in questo mondo è esposto e la vita stessa del Bimbo di Betlemme, già minacciata nell'infanzia dalla persecuzione di Erode. |
L'uomo, dunque, è chiamato a fermarsi davanti al mistero della vita per contemplarne la sacralità e per difenderne l'alto valore. Oggi più che mai questo appello ha la sua valenza, e i fatti di cronaca ce ne danno conferma.
Il Servo di Dio don Raffaele Dimiccoli, nel suo instancabile lavoro pastorale ha sempre privilegiato i piccoli: perché i più indifesi e perché, come cera vergine, imprimono nella loro mente recettiva quegli orientamenti di bene o di male che segneranno il futuro della loro vita.
Di qui l'attenzione del Servo di Dio verso i genitori nella catechesi settimanale che impartiva nei locali del Nuovo Oratorio: la famiglia è la culla naturale della vita e dei valori. Di qui, ancora, la sua ferma volontà, nonostante la precarietà dei mezzi economici, di impiantare oratori, asili, laboratori e istituzioni educative dislocate per tutta la città di Barletta, affinché contribuissero alla sana crescita dei piccoli e dei giovani. Tutta la sua esistenza fu a servizio della salvaguardia della vita e della sua qualità.
Fin dalla nascita c'è un episodio che segna l'inizio dell'amore di don Raffaele per i piccoli. Dopo la vaccinazione il medico, dottor Enrico Centaro, con la spatola intinse nell'escara del piccolo Raffaele immunizzato, scarificando sulla cute del braccio di tanti altri bambini da vaccinare. "Il Signore disponeva bene tutto - racconta Angelina Sfregola -. Il suo corpo come la sua anima si dovevano misticamente e materialmente infondere in altri esseri umani". Come il nome stesso lo preannunciò, egli fu "medicina di Dio".
Un altro aspetto dell'attenzione del Servo di Dio per i bambini è testimoniato da alcuni i quali raccontano che don Raffaele, nell'incontrare le gestanti, manifestava la sua gioia e il suo incoraggiamento verso di esse, perché gravide di nuove creature. Ne ho avuto conferma anche dai miei genitori. Nel 1955, appena spostati, presero casa in corso Vittorio Emanuele, al civico 209, affianco all'abitazione di don Dimiccoli. Il Servo di Dio, di indole riservato, nell'uscire dal balcone della sua abitazione, per prendersi cura delle piante, incrociava col suo sguardo angelico mia madre, in attesa della primogenita, e ogni volta abbozzava un benevolo sorriso. Tutto ciò era accolto come segno di benedizione e di compiacimento.
Quando Don Raffaele trattava del "miracolo" della vita che si sviluppa nel seno materno, lo faceva con accenti di commozione perché in esso vedeva la continuità della provvidenziale opera creatrice di Dio. Tutto ciè che parlava di vita trovava in don Raffaele Dimiccoli pieno coinvolgimento e consenso. L'intercessione presso Dio di questo santo sacerdote scenda come rugiada sugli uomini del nostro tempo, spesso contagiati da calcoli egoistici, perché l'apertura alla vita torni ad essere uno dei valori fondamentali. |
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